Deserto occidentale
Nel deserto ci sono cinque grandi oasi: Bahariya, Farafra, Dachla, Kharga e Siwa. In queste oasi si trova una vegetazione rigogliosa, centri abitati e pozzi d’acqua e sono collegate tra di loro da strade asfaltate.
Bahariya è l’oasi più grande, giace in una depressione di forma ovale di circa duemila chilometri quadrati, è circondata da monti e ricca di sorgenti. Si trova nel Governatorato di Giza, ed è costituita da molti villaggi – il principale è Bawiti che ne è anche il centro amministrativo della zona – la cui economia si basa sull’agricoltura e l’estrazione di ferro. I principali prodotti agricoli sono guava, mango, datteri e olive.
Farafra è un’oasi che conta circa cinquemila abitanti, che sono concentrati nell'unico paese (Qasr Farafra) e sono per la maggior parte beduini. Farafra è famosa per la sua vicinanza al “deserto bianco” caratterizzato da un paesaggio lunare a causa delle formazioni rocciose di gesso che si sono a seguito di una tempesta di sabbia e con l’erosione del vento hanno assunto forme molto particolari.
Dachla è l’oasi più interna al deserto occidentale e l’omonimo centro abitato sembra davvero spettrale e misterioso. È abitata da beduini e pastori.
Kharga è invece l’oasi più meridionale del deserto libico e deve il suo nome alla città che occupa la maggior parte dei suoi mille e cinquecento kilometri quadrati. L’oasi di Kharga è la più estesa al mondo e pare che la sua parte centrale anticamente era occupata da un lago e che spiegherebbe l’abbondanza di acqua che oggi caratterizza l’isola. L’omonima città di Kharga è anche il capoluogo del governatorato di Wadi al Jadid.
Infine vi è Siwa, l’oasi che si trova a circa trecento kilometri dalla costa del Mar Mediterraneo, nel territorio del Governatorato di Matruh, quasi al confine con la Libia. Siwa è molto ricca di acqua e qui si producono grandi quantità di datteri di ottima qualità. i suoi abitanti sono circa quindicimila e sono tutti discendenti di antiche tribù egiziane e beduine e vivono tutti ai piedi dell'antica città di Shali, costruita per lo più con materiali salini che tendono a sciogliersi con l’umidità e la pioggia e quindi richiedono continui restauri. Nell'antichità Siwa era nota per il tempio dedicato al dio Sole (chiamato “Amon” dagli egiziani), che ospitava un celebre oracolo.
Per secoli, Siwa è stata una località difficile da raggiungere, ma l’ammodernamento delle infrastrutture e delle vie di comunicazione la sta trasformando in un centro turistico grazie anche alla bellezza del suo territorio, alla vegetazione rigogliosa, alle numerose vasche di acqua dolce sorgiva a diverse temperature per le terme e anche sabbie che pare abbiano importanti proprietà curative.
Il deserto occidentale ha una lunga storia. Durante l’era paleolitica era una zona di savana abitato da giraffe, leoni, elefanti e delle tribù nomadi. I cambiamenti climatici e geologici hanno determinato la desertificazione dell’area, preservando piccole zone verdi identificate poi con le cinque principali oasi. Queste ebbero un periodo di grande sviluppo con il mondo faraonico, precisamente tra il 945 - 715 a.C. quando salì al potere la XXII dinastia, una dinastia di origine libica che si impegnò a rivalorizzare questa fascia desertica. Le oasi divennero in breve tempo un importante punto di riferimento e sosta per i carovanieri e i beduini del deserto.
Anche durante il periodo della dominazione romana il deserto occidentale divenne un centro importante per l’Egitto poiché furono costruiti numerosi pozzi e si incrementò la produzione di grano e uva da esportare nelle varie parti dell’impero.
Alla caduta dell’Impero romano il deserto libico fu attaccato e conquistato da varie tribù nomadi che portarono un periodo di stasi per le oasi e le città presenti. Solo nel 1958, quando il presidente Nasser creò la "Nuova Valle" per alleggerire la pressione demografica delle regioni del Nilo, le oasi del deserto occidentale tornarono a prendere vita, grazie anche alla costruzione di strade di collegamento tra di loro.
