Id al-adha
“Id al-adha” vuol dire “festa del sacrificio” e ha luogo ogni anno nel XII e ultimo mese lunare del calendario lunare. La parola deriva dalla radice araba che richiama il significato di "sacrificare".
È la festa che conclude il pellegrinaggio canonico, chiamato “Hajj” e che è il quinto pilastro della religione islamica e che impone ad ogni fedele almeno una volta nella vita di recarsi alla Mecca.
La festa del sacrificio deve il suo nome ad un episodio raccontato nella Bibbia e nel Corano. Dio infatti ordinò ad Abramo, per metterlo alla prova, di portare il suo unico figlio Ismaele/Isma; sul monte e di immolarlo su di un altare al posto di un ariete. Abramo, combattuto nell’animo, decide di obbedire al suo Dio, ma mentre sta per compiere l’empio gesto la sua mano viene fermata da un Angelo del Signore. Abramo eseguì poi un sacrificio in onore di Dio uccidendo però un montone.
Durante la “Id al-adha” si ricorda questo importante avvenimento, simbolo dell’obbedienza e della diligenza di Abramo. È quindi la festa della fede per eccellenza.
Durante le celebrazioni religiose viene praticato un sacrificio rituale che simboleggia la totale sottomissione dei fedeli alla religione e a Dio. Per il sacrificio viene scelto solitamente un animale fisicamente integro e adulto e può essere un ovino, un caprino, un bovino o un camelide.
L’animale viene sgozzato con il taglio della vena giugulare, ovvero quella che permette al sangue di circolare nel corpo. Siccome nella religione islamica il sangue è impuro e non può essere mangiato, con il taglio della giugulare il sangue fuoriesce dal corpo dell’animale.
La cerimonia dello sgozzamento avviene tra la fine della preghiera del mattino e 'inizio della preghiera del pomeriggio. Il gesto viene compiuto da un uomo con la fedina pedinale pulita e molto religioso; a quest’uomo spetta il compito anche di recitare la formula: “Nel nome di Dio! Dio è il più grande»”, ovvero la preghiera detta “takbir”.
La carne dell’animale sacrificato viene divisa in tre parti uguali: una parte viene mangiata subito dai partecipanti alla cerimonia (massimo sette persone), una seconda deve essere conservata e mangiata in un secondo momento e la terza parte deve essere donata ad una famiglia povera.
Gli egiziani sentono molto questa festa e vi prendono parte con devozione. Le donne mettono molta cura soprattutto nella preparazione dei piatti con la carne che si è sacrificata. si utilizzano tutte le parti dell’animale, dalle interiora alla testa e alle zampe.
La carne viene solitamente arrostita e poi accompagnata con verdure e legumi, nella più classica tradizione egiziana.
Visto il crescente numero di fedeli islamici, per evitare il verificarsi di una mattanza di animali per celebrare la “Id al-adha”, il fedele solitamente sottoscrive con una quota la spesa necessaria per l’acquisto dell’animale che sarà macellato in appositi stabilimenti da macellai esperti. Questa regola vuole anche essere coerente con le modeste condizioni economiche in cui vivono queste persone, evitando così lo spreco di cibo.