Marsa Alam
Il suo nome in arabo significa “la baia delle bandiere” ed indica l’antica tradizione dei pescatori di issare le bandiere per consentire alle barche in mare di trovare facilmente la terra ferma e la via del ritorno.
Marsa Alam è situata all’incrocio tra la strada che costeggia il Mar Rosso e l’antica strada proveniente da Edfu sul Nilo e pertanto il paesaggio varia dal deserto piatto o leggermente ondulato al paesaggio roccioso. Lungo il percorso si incrociano luoghi storici come le miniere “Wadi Baramya” dove gli egiziani estraevano l’oro, oppure “Wadi Miya” dove c’è un tempio costruito dal faraone Seti I.
L’origine di Marsa Alam risale quindi al tempo dei faraoni e della dominazione romana, quando lo sfruttamento delle vicine miniere d’oro, smeraldi e pietre preziose che si trovavano nel deserto hanno favorito l’insediamento degli uomini.
Anticamente quindi, Marsa Alam era una comunità di pescatori, pastori e minatori. La popolazione ha origine da due diverse tribù beduine, gli “Al Ba Abda” e la tribù degli “Al Basharya”, che con il tempo si sono unite e mischiate con la cultura araba. Oggi, esse parlano la lingua araba ma custodiscono gelosamente anche i loro dialetti originari chiamati “Tebdawi” o “Badawit” e sono soltanto parlate e non scritte così come la maggior parte dei linguaggi delle tribù beduine dell’Egitto. Inoltre esse hanno abbracciato la religione islamica abbandonando le loro tradizioni pagane. Queste popolazioni erano specializzate nella caccia e nella pastorizia e così riuscivano a soddisfare il fabbisogno alimentare della comunità.
Una delle peculiarità delle popolazioni originarie della zona di Marsa Alam sono i loro rifugi, delle bellissime costruzioni su più livelli che servivano a ripararsi dalle copiose piogge. Queste case sono dette “Khisha” e spettava alle donne della comunità costruirle e provvedere al loro mantenimento.
Nell’ultimo decennio il governo centrale egiziano ha approvato un piano per il recupero e la ricostruzione di Marsa Alam e della zona circostante. Il progetto prevede la costruzione di case più solide, di servizi e infrastrutture per la comunità ospedali e scuole.
Questo interessamento e il rinnovamento urbanistico si devono alla volontà di far diventare la zona una delle località turistiche più in voga dell’Egitto, sfruttando il suo bellissimo e ricco patrimonio naturale. Oltre agli interventi diretti sul territorio è stata messa in atto anche una massiccia campagna pubblicitaria sviluppata a livello internazionale dal governo egiziano che ha fatto di Marsa Alam una delle località turistiche più gettonate e famose del Mar Rosso.
Adesso Marsa Alam presenta le antiche costruzioni arabe e l’atmosfera tipica dei luoghi di stanziamento dei beduini e dei pescatori. A questo si affiancano lussuosi hotel e resort che si diffondono lungo tutta la costa cercando di rispettare la natura e lo stile architettonico arabeggiante di Marsa Alam.
Non esistendo un vero e proprio centro abitato ordinato, a Marsa Alam non c’è una vita sociale ordinaria, ristoranti, bar e locali di vario genere ma bisogna affidarsi ai servizi e i locali che si trovano all’interno dei numerosi alberghi e villaggi turistici.
L’attrazione principale di Marsa Alam è sicuramente il mare: cristallino e azzurro, che ospita una rigogliosa barar riera corallina e numerose specie animali e vegetali anche rare. Fare immersioni e snorkeling e una delle attività principali della costa. Ad esempio, è possibile fare il bagno con una simpatica comunità di delfini presso il “Dolphin house” di sha’ab Samadai, un caratteristico reef a forma di ferro di cavallo, oppure vedere da vicino tante specie di uccelli, tra cui il bellissimo e raro falco pescatore, nella vicina isola di Wadi Gimal diventata parco naturale. Molti siti d'immersione ancora incontaminati e inoltre, non lontano dalla costa di Marsa Alam, ci sono sorprendenti foreste di mangrovie, isolotti con spiagge di sabbia bianca e fine, fitti cespugli con fiori bellissimi.
Ma Marsa Alkam non è solo mare: nella parte dell’entroterra che si affaccia sul deserto orientale è suggestivo vedere le montagne rocciose in mezzo alla sabbia che superano anche i mille metri di altezza. Da queste montagne veniva estratto il granito utilizzato per la costruzione delle gigantesche colonne dei templi faraonici, le miniere vicine offrivano smeraldi e pietre preziose che venivano poi distribuite per tutto il mondo. Le vicine zone di “wadi Sikeit”, “wadi Nugrus” e “wadi Zagara” al tempo dei faraoni erano il più famoso complesso minerario allora conosciuto e le miniere vennero sfruttate costantemente durante il periodo romano e tolemaico.