Dinastia Fatimide
Questa dinastia fu fondata in Tunisia da Ubayd Allah, esponente del movimento ismaelita che si autodefiniva discendente di Maometto. Da sempre uno degli scopi di questa dinastia era unificare il nord Africa e tutto il mondo arabo sotto il loro potere.
Tra il IX e il XII secolo essi riuscirono a conquistare la maggior parte del nord Africa e poi giunsero anche in Egitto dove decisero di insediarsi definitivamente, lasciando gli altri territori in mano a loro diretti vassalli.
I Fatimidi presero il titolo di Imam ovvero “guida”, morale e spirituale dei fedeli e dei sudditi.
Gli egiziani non si opposero a questa conquista poiché speravano che essi potessero aiutarli ad affrontare le dure calamità naturali che si abbattevano sul paese. In realtà durante i primi anni di governo, il primo sovrano fatimida - ‘Ubayd Alla h al-Mahdi bi-lla h – dovette affrontare gravissime e devastanti carestie accompagnate da una epidemia di peste che decimò la popolazione e impoverì tutto l’Egitto.
I successivi sovrani fatinidi riuscirono, però, a raddrizzare la situazione, a livello amministrativo ed economico in primis. Rinvigorite le casse dello stato e incentivato lo sviluppo della popolazione, i sovrani si concentrarono sulla politica estera.
Il Cairo fu scelta come capitale del nuovo regno fatimida e ne fecero un baluardo della loro supremazia, riempiendola di edifici, case e edifici sacri per la religione ismaelita. In un primo momento i nuovi conquistatori furono molto tolleranti con la religione e le tradizioni della popolazione autoctona.
Tra tutti gli Imam della dinastia dei Fatimidi, quello che ebbe un comportamento più ostico con cristiani, ebrei e sunniti fu Al-Ha kim bi-amri lla h. Nel 1009 egli fece distruggere la Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme – la cui ricostruzione in epoca medievale sarà la scusa per i cristiani occidentali di iniziare le crociate e imbattersi così nella conquista del mondo arabo.
Il governatore Al-Ha kim, fu nel complesso abbastanza strano. Ad esempio decise che cristiani ed ebrei avrebbero dovuto indossare una particolare cintura identificativa, passò da un ripudio quasi totale del lusso (addirittura alcuni Imam vietarono alla popolazione di indossare gioielli) ad episodi di sadismo sessuale, al divieto di andare al cimitero o nei luoghi dove vi erano defunti, di giocare a scacchi e alle donne fu anche vietato di andare alle terme pubbliche. Addirittura per alcuni anni fu vietata le vendita di miele e zibibbo e vennero uccisi tutti i cani del regno poiché considerati animali immondi.
Il loro regno in Egitto i Fatimidi fu però molto importante poiché i vari sovrani furono tolleranti con al religione cristiana ed ebra (escluso ovviamente Al-Hā kim), incrementarono i commerci con l'Europa, favorirono le arti e la letteratura e costruirono numerose e imponenti moschee, palazzi e altre costruzioni.
Risalgono al regno dei Fatimidi oggetti e decorazioni architettoniche di notevole importanza. Attività artigianale molto diffusa in questo periodo in Egitto era la lavorazione del vetro che veniva intagliato e decorato a stampo, la produzione di oggetti smaltati, coppe e lampade destinate ai luoghi di culto, arredi e oggetti lignei, pannelli lavorati a traforo che ornavano palazzi e residenze reali, paraventi intagliati, scatole di avorio e zanne intagliate
La dinastia fatimide è stata una delle principali del Mar Mediterraneo intorno al X secolo d.C. e il loro regno era il maggiore stato mussulmano del mondo allora conosciuto. Essi occuparono molte coste della Sicilia e per alcuni anni la stessa Genova fu governata dai Fatimidi – simbolo che le loro mire espansionistiche erano davvero forti ed erano supportate da un esercito adeguatamente preparato e armato.
L’inizio delle crociate determinò una minaccia per il regno dei Fatimidi; spesso infatti non mancarono gli scontri con gli occidentali cristiani in Siria e Palestina. Essi furono costretti a chiedere aiuto agli emirati turchi e curdi e questo fu una mossa sbagliata: poco alla volta gli emirati deposero l’ultimo sovrano fatimide e spianarono la strada per l’instaurazione in Egitto del regno degli Ayyubiti, saliti al potere sotto la guida di Zengid, di etnia curda, nel 1169 circa.
