Egitto ikhshidide
Ibn Tughj fu insignito del titolo onorifico di “Ikhshid”, che vuol dire letteralmente "sovrano" e in effetti egli fu il governatore dell’Egitto per circa trent’anni. Infatti Ibn Tughj accentrò tutto il potere nelle sue mani, reprimendo durante qualsiasi ribellione interna e ogni tentativo di conquista da parte delle altri paesi.
Il suo governo si caratterizza per una politica di tipo militarista che, però, molti studiosi e storiografi definiscono anche positiva. Le sue politiche interne furono, infatti, sempre mirate a garantire prosperità e stabilità i tutto l’Egitto, supportando l’agricoltura, le attività artigianali e i commerci. Ibn Tughj, inoltre, riuscì a contenere le spinte espansionistiche dei Fatimidi, ribadito l’influenza e il dominio egiziano sulla Siria meridionale e centrale (facendola controllare dalla dinastia hamdanide, ama sempre sotto la sua vigile custodia) e ottenne anche il governatorato dalle città di Mecca e Medina, importanti centro del mondo arabo e della religione mussulmana.
Nel 946 Ibn Tughj morì e il governo dell’Egitto passò in mano di Abu l-Misk Kafur, eunuco ed ex schiavo nero, nonché fedele collaboratore dell’ Ikhshid che prese il posto del figlio diretto di Ibn Tughj, Unujur.
Abu l-Misk Kafur governò per ventidue anni con grande saggezza ed efficienza l’Egitto: uomo di cultura e amante della compagnia, oltre a promuovere l’agricoltura e lo sviluppo economico del paese, riuscì a bloccare i tentativi di conquista dei Fatimidi, a conquistare la Siria e raggiunge il confine dell’Iraq.
Ma durante gli anni di regno, Kafur dovette anche fronteggiare terribili e devastanti calamità naturali: incendi non solo i vegetazione e campi coltivati che raggiunsero anche diversi centri urbani, terremoti di intensità notevole che causarono il crollo di molte abitazioni ed edifici pubblici causando decine e decine di vittime e anche carestie terribili….e tutto questo in meno di vent’anni.
Tutte queste catastrofi, contro cui anche l’efficiente amministrazione e organizzazione di Kafur fecero ben poco, sfinirono l’Egitto e i suoi abitanti e ovviamente anche il governo ne fu colpito e non era facile continuare a governare un paese così tanto provato. Nel frattempo lo stesso Kafur morì, nel 968.
Di questo momento di debolezza e instabilità ne approfittarono i Fatimidi, che facilmente sconfissero il debole esercito ikhshidide e s’impadronirono dell’Egitto, ponendo fine al breve ma proficuo periodo di governo della dinastia ikhshidide.