Ein Khudra

Ein Khudra è una bellissima area naturale dell’Egitto, un’oasi scintillante nel deserto del Sinai.
In effetti Ein Khudra è un piccolo paradiso verde tra le dune e le distese di sabbia che caratterizzano il territorio nord-orientale dell’Egitto.
Ein Khudra è un nome arabo e vuol dire "Oasi Verde" ed è rivelativo della rigogliosa vegetazione che cresce all’interno dell’area protetta, in contrasto con il territorio desertico circostante. La zona del Sinai dove si trova l’area protetta ha una caratteristica molto interessante particolare, ovvero la presenza di sorgenti d’acqua dolce che zampillano dal territorio abbastanza arido e servono a irrigare le palme da dattero che crescono spettacolari all’interno di Ein Khudra.

Dal punto di vista della flora, l’oasi comprende molti alberi da frutto, soprattutto agrumi e fichi, una distesa di palme da datteri e olivi, piante che crescono bene su un territorio arido e secco come quello del Sinai, nonostante la presenza di sorgenti d’acqua dolce.
Proprio la presenza di acqua dolce, ha reso l’oasi importante dal punto di vista geologico e paesaggistico, ma anche storico. Essa, infatti, si trova sulla strada di tanti pellegrini che si spostavano dal Monastero di Santa Caterina (che sorge sul monte Sinai a 1.500 metri di altezza, presso il punto dove biblicamente apparve il “Roveto Ardente di Mosé”, ai piedi del monte Sinai e fu costruito nel VI secolo) a Gerusalemme e viceversa.

Le iscrizioni e i graffiti ritrovati sulle rocce dell’area protetta testimoniano il passaggio di Nabateani (popolazione nomade israeliana), Greci, Romani, Bizantini e Cristiani del periodo delle crociate, sostarono in questa zona nel corso dei secoli.
L'oasi di Ein-Khudra è menzionata quindi all’interno della Bibbia e questo testimonia la sua antichissima esistenza – si ipotizza esistesse già prima dell’esodo biblico.

Da millenni pare sia coltivata e mantenuta sempre dalla stessa famiglia beduina che ormai ha sviluppato strategie e metodi per sfruttare al meglio la risorsa idrica e naturalistiche che l’oasi rappresenta. I beduini hanno anche imparato a sfruttare le piante presenti nell’oasi per estrarre cibo per loro, foraggio per gli animali e estratti medicinali naturali. Tuttavia, la crescita demografica della comunità beduina, lo sviluppo del turismo nell’oasi e i cambiamenti climatici hanno modificato le abitudini della comunità locale e solo una piccola parte dell’intera area di Ein-Khudra è ancora coltivata.

Il “Trust Makhad”, ovvero il progetto internazionale che sostiene l'ambiente e il patrimonio naturale delle popolazioni che vivono nelle regioni nomadi del mondo, tutela e modifica l’oasi naturale. L’attuazione di questo progetto comprende il mantenimento dell’ecosistema dell’oasi tramite la costruzione di piccole dighe che raccolgono l'acqua piovana che verrà poi utilizzata per l’irrigazione e l’abbeveraggio degli animali presenti nell’area di Ein-Khudra. Sono stati costruiti anche pozzi per garantir l’acqua potabile ai beduini, una scuola, una scuola per le erbe medicinali e non incappare in piante velenose, un centro artigianale, un rifugio e servizi igienici e un museo beduino.

Questi progetti hanno quindi determinato lo stanziamento delle comunità beduine e una loro apertura ai cambiamenti della società moderna, come ad esempio l’introduzione di generatori di corrente e la possibilità di sfruttare fonti di energia rinnovabile ed ecologicamente sostenibile (come ad esempio l’energia solare).
Tutti questi progetti hanno quindi determinato una rivalutazione del territorio del Sinai e hanno incrementato notevolmente il numero di visitatori annuali, anche se si sta molto attenti a preservare l’oasi e a rispettare il grande patrimonio che Ein-Khudra rappresenta.